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Fra i sei arrestati anche personaggi legati a cosche della ’ndrangheta
Il «Qgdfuizzone» era una truffa. Prometteva vincite di suonerie e altri servizi per cellulari. Peccato che le chiamate al numero 899 costassero 15 euro al minuto, all’insaputa di chi telefonava. Un «bidone» da 6 milioni di euro in tre anni, che ha portato all’arresto di sei personaggi, in Piemonte e in Lombardia. Tra loro ci sono anche due noti commercialisti torinesi, Giuseppe e Alessandro Cerruti, padre e figlio. L’indagine della Guardia di Finanza di Torino e Orbassano (coordinata dal pm Alberto Benso) è partita dal fallimento (avvenuto nel 2009) della società di gestione del call center, la «Credits Security Consultants srl», con sede legale a Napoli, ma attiva a Torino. I milioni transitati nelle casse della società sarebbero almeno 11, poi riciclati attraverso un dedalo di società in Svizzera, Polonia e Repubblica di San Marino. E le menti di questa operazione sarebbero proprio i due commercialisti: Alessandro è stato presidente delle farmacie comunali di Torino e componente del consiglio d’amministrazione di Amiat; il padre Giuseppe ha ricoperto il ruolo di sindaco revisore di Smat, Fingranda e in passato revisore dei conti del Comune.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’organizzazione era guidata da Maurizio Dessì e ***********, con l’aiuto di Paolo Pelaggi ritenuto affiliato al clan ’ndranghetista Arena operante a Isola Capo Rizzuto.

Dall’intreccio di contatti societari è emerso anche un collegamento con la ditta «Goldtell» fallita nel 2011. In questo caso sono stati accertati flussi di denaro per 4,2 milioni di euro, finiti tramite ordini di bonifico all’estero o utilizzati con prelievi ingiustificati. I due commercialisti avrebbero aiutato Dessì e ********** a reinvestire il denaro attraverso l’acquisizione di società in difficoltà economiche, nei settori della ristorazione e dello stampaggio di lamiere.

da http://www.lastampa.it